domenica 15 novembre 2015

Viaggio alla Abbazia di EINSIEDELN

La storia dell’abbazia benedettina di Einsideln comincia con la vita di san Meinrado. Il monastero possiede la sua reliquia più preziosa: la testa. E’ conservata in una custodia d’argento sotto l’altare maggiore della chiesa abbaziale. Il cranio è segnato dai colpi con cui san Meinrado fu ucciso.
Nel gennaio  dell’861 due ladri sorpresero l’eremita nella sua abitazione e lo uccisero a colpi di bastone. Non trovarono nessun oggetto perché san Meinrado regalava tutto ciò che riceveva.
Dopo la morte del santo l’eremo rimase abbandonato per più di quarant'anni, finché non vi si stabili Benno, un prete di Strasburgo, insieme ad altri suoi compagni. Là, pur formando una comunità fraterna, vissero da eremiti. Il nome “Einsiedeln” ricorda questi primi “solitari”.
Oggi Einsiedeln fa parte del cantone di Schwyz. Durante il Medioevo la relazione tra il monastero e il cantone non è mai stata pacifica.

La costruzione barocca del monastero era stata terminata da poco quando i Francesi invasero la Svizzera. Il 3 maggio del 1798  arrivarono seimila soldati al comando del generale Schauenburg, occuparono il monastero e lo depredarono. l’abate e i monaci fuggirono a St. Gerold in Austria, riuscendo a mettere in salvo solo gli oggetti più preziosi.
Ogni giorno i monaci di Einsiedeln vanno in processione davanti alla Madonna e cantano a più voci la “Salve Regina”.
Per la realizzazione del piazzale davanti al monastero l’abate Nikolaus Imfeld voleva ispirarsi al colonnato del Bernini a Roma. Ma Einsiedeln si trova nelle Prealpi. Due edifici ad arcate in pietra arenaria scendono a semicerchio davanti alla chiesa, come due braccia che accolgono i pellegrini.
Benché appartato, Eisiedeln, non è lontano dalle grandi vie dei pellegrinaggi verso Roma e Santiago de Compostela: lungo queste vie sorsero spesso altri luoghi di devozione.
Anche oggi continua la tradizione dei pellegrinaggi dalle regioni e città non solo svizzere.

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